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15 GIUGNO 2011
Sintesi dell’ omaggio alle Forze Armate di Maurizio Cuscinà (unico Ufficiale e Socio del Club) su invito e per conto del Presidente

Sono Maurizio Cuscinà:
- 40 anni nelle Forze Armata Italiane ( FA );
- 30 anni con il Canova Club.
In questa occasione mi sono chiesto cosa hanno in comune e subito mi sono balzati alla mente le parole del motto del Canova:
Amicizia, Cultura e Solidarietà.
Esaminiamole per far conoscere ai presenti cosa significano nelle
FF.AA.
L’amicizia nelle FF.AA.
Chiedo aiuto all’ultima pagina del volume, “Il Mak P 100”, del mio 20° Corso dell’Accademia Militare.
" I miei primi e più cari amici gl’incontrai a diciasett’anni, in un superbo palazzo, che ho sempre davanti agli occhi, come se fossi uscito ieri………..Non posso pensare a quei due anni passati là senza che mi assalga una folla di ricordi, di amici, sentendo che tutti mi son cari, e che sin ch’io viva, non mi sfuggiranno mai".
Così scriveva Edmondo De Amicis, molti anni dopo aver lasciato la carriera militare.
Voi sapete dei raduni annuali d’arma, ad esempio degli Alpini, vere feste di amicizia, (Provate a pensare a qualcosa del genere, ad esempio per gli avvocati, i commercialisti e così via), ma, forse, non sapete dei raduni, anche annuali, dei nostri Corsi.
Oggi, grazie ad internet, in 200/250 ci scriviamo e accorriamo a congratularci o a soccorrerci in ogni occasione e per ogni necessità.
Provate a pensare a qualcosa del genere per i cicli universitari.
La solidarietà nelle FF.AA.
La solidarietà nelle FF.AA. non è economica, ossia il donare parte del proprio patrimonio ad altri, ma, etica, ossia sussidarietà, ossia condivisione del proprio bene con il prossimo, in particolare con i propri connazionali, anche a costo della vita.
In pratica si manifesta negli gl’interventi in occasione delle:
- calamità, in soccorso della popolazione (non ditemi che arrivare per primi nell’epicentro di un terremoto, non è rischiare la vita );
- delle odierne operazioni di mantenimento della pace, che per i militari sono solo tali, obbedendo al proprio governo e lasciando le polemiche ai politici e ai decision maker.
Per tali interventi le FF.AA. si sono guadagnate varie decorazioni e, soprattutto, un nuovo rispetto, ma anche nuove lacrime.
Ora desidero raccontarvi una storia veramente accaduta sul fronte russo.
“Un mio soldato non è tornato dal campo di battaglia, Signore. Le chiedo il permesso di andare a cercarlo”
Disse il Tenente al suo Capitano. (Faccio un po’ di teatro) “Permesso negato!!!. Non voglio che rischi la vita per un uomo che molto probabilmente è già morto”
Il Tenente, con il cuore in tumulto, se ne andò, ma un’ora dopo tornò, gravemente ferito, portando sulle spalle il cadavere del suo commilitone.
“Le avevo detto che, ormai, era morto! Mi dica se valeva la pena di ridursi così per recuperare un cadavere?"
“Certo che ne valeva la pena, Signore! Quando l’ho trovato era ancora vivo e mi ha potuto dire: Ero sicuro che saresti venuto”. E spirò contento".
Questo è un fatto accaduto realmente, il suo protagonista fu il Tenente, poi, Generale Chiti. Lo trovo un formidabile esempio di amicizia e solidarietà.
La cultura nelle FF.AA.
La cultura militare ha almeno due aspetti:
- un aspetto scientifico, la conoscenza e la capacità d’impiegare lo strumento bellico per garantire alla società la possibilità di conseguire o meglio di difendere un bene;
- un aspetto etico, perché essendo cultura bellica ossia della forza, deve essere esercitata secondo la volontà e gli interessi della società. Quindi, cultura di fedeltà, lealtà, obbedienza, onore, e sacrificio, spinto fino alle estreme conseguenze.
Insisto su questo punto perchè carissimi amici bancari, imprenditori e professionisti, sappiate che il Militare è un Uomo che, ad un certo punto della sua vita, firma un assegno fino ad un ammontare pari al valore della sua vita, ma pagabile solo alla sua Patria.
Ma cos'è la Patria?
Il Vocabolario Zingarellii, la definisce "il Paese comune ai componenti di una Nazione, cui essi si sentono legati come individui e come collettività, sia per nascita sia per motivi psicologici, storici, culturali e simili".
Ma il vero concetto di Patria è una modalità dello spirito.
Per Cicerone e San Tommaso l’amore per

la Patria è compreso nella pietas, ossia nei doveri che abbiamo verso Dio, verso i Genitori , verso la Terra che ci ha nutrito. Si esprime con ossequio, culto e obbedienza.
Il codice morale internazionale definisce il patriottismo la virtù morale che c’inclina ad adempiere tutti i doveri che la pietà c’impone verso tutti coloro che, per qualsiasi titolo, noi riteniamo, come coautori della nostra esistenza.
La Patria è il cielo che si respira, il pane che si mangia, l’amore, il dolore, l’onore, il tempio la scuola, la casa, la lingua e le parole che ci fanno riconoscere l’un con gli altri da lontano. La polvere che calpestiamo che altro non è che le ceneri dei nostri avi, per dirla con un grande Capo indiano, mentre rifiutava di venderla agli Yankee.
Patria.
Con questo dolce nome sulla bocca v’invito ad intonare con me:
Evviva il Canova Club,
Evviva le Forze Armate Italiane,
Evviva l’Italia.
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